Home

Nella Roma di Augusto con gli occhi di Orazio:

Meminisse Iuvabit

di Luigi Calcerano

il segnalibro

(con una splendida traduzione attiva dell'Ode 1.11)

!  Incontro con l'Autore a Roma il 20 gennaio 2006  !

sarà presentato, inter alia, l'affascinante ma inattendibile narratore di

Per uccidere Cecilia

scarica l'invito

visita il sito ufficiale dell'Autore

Ex post

Si ringrazia l'Autore per il raffinato dibattito che ha condotto, e per aver (piuttosto che mascherare un apparente seminario in autentica autopromozione, come più frequente) "mascherato" un'apparente autopromozione in autentico seminario sulla letteratura gialla, e sui narratori poco attendibili.

Le foto dell'incontro (in realtà seminario giallista) con "lettori vecchi e nuovi" e con la più giovane fan (didascalie al passaggio di mouse):

Luigi Calcerano all'incontro con il pubblico del 20 gennaio 2006 a Roma.

Luigi Calcerano intrattiene il suo selezionato pubblico con la sua erudizione umanissima, ironica e autoironica, lieve e penetrante.

Elissa Conte, lettrice in pectore, è impaziente di presentarsi al suo Cantore in pectore!

Luigi Calcerano intento alla verifica: sì, gli occhi di Elissa sono proprio viola come li ha visti lui...

Si ringrazia la Libreria Suspense, delizioso caffè letterario, per aver ospitato l'incontro

(Roma, via Ceresio 87 - suspense@infinito.it)

Meminisse Iuvabit. Benché ad Enea e compagni non abbia affatto giovato il ricordo della loro esperienza cartaginese (En. 1.203), e benché il Principe troiano ne abbia sfogato il crudele dolore sull'inerme Turno, è fuor di dubbio che a noi, al contrario, ben gioverà leggere questo nuovo lavoro di Luigi Calcerano, perché esso gioverà al nostro spirito come alle nostre conoscenze.

Né seriosamente scolastico, né superficialmente commerciale, esso è un prodigio d'ingegneria non meno che di letteratura, poiché sortisce gli effetti di una vera macchina del tempo. Denso di erudizione, minuzioso nei dettagli, intriso dello spirito dei tempi, pervasivamente oraziano, e con dialoghi tanto plausibili da sfiorare la delazione storica.

Dopo pochi brani siamo condotti nella Roma di Augusto, con gli occhi spalancati, sottobraccio ad Orazio. Ne respiriamo gli odori e la riconosciamo subito. Non è la Roma patinata dei peplum commerciali né quella imbalsamata delle antologie scolastiche, ma è la Roma dei piccoli gesti quotidiani e delle grandi verità da spogliare, nella quale si fa evidente la perfetta continuità della Storia. Per l'Autore sembra non sia cambiato nulla da allora, e chi può seriamente smentire questo?

L'opera si sviluppa secondo i canoni del genere giallo, eppure essa rappresenta al contempo un prezioso approfondimento della figura storica di Orazio e costituisce un materiale di studio assai efficace per avvicinare lo spirito del Poeta.

The new image of Augustus: an august murdererNel suo aspetto più sublime, il lavoro mette spesso in relazione tra loro la natura della Poesia oraziana e la complessa personalità del Vate, introducendo al medesimo tempo un confronto silenzioso con Virgilio.

Orazio e Augusto finiscono da ultimo per subire la stessa condanna: i loro sogni più grandi si avverano. Il primo capirà tragicamente di non esserne affatto pronto, il secondo che non sarà mai in grado di esserlo.

L'assassinio di Orazio, o tecnicamente il suicidio su prescrizione tanto caro al Principe (Cleopatra, Didone virgiliana di prima scrittura), matura nel dialogo finale con l'Augusto come l'oliva sabina che cadrà a terra quando nulla più la tratterrà dal vuoto.

L'indagine di Luigi Calcerano, parallela a quella di Jean-Yves Maleuvre, smentisce così seccamente la prima scrittura della Storia che la nostra società conosce dogmaticamente quale unica e vera. Ed è quasi sorprendente constatare quanti segretari particolari del Principe si siano avvicendati in questi due millenni.

Così diversi costoro dalla schiatta degli Orazio, dei Maleuvre, e dei Calcerano.

(S.C.)

Luigi Calcerano su Radio1, domenica 11 giugno 2006:

L'ultima fatica di Luigi Calcerano, un lavoro di quasi dieci anni e di quasi mille pagine, è finalmente giunto nelle librerie.

Il romanzo accoglie e riprende in maniera puntuale la filologia di Salvatore Conte discussa in "Dido sine veste".

Con la scena della morte di Virgilio, scritta da Salvatore Conte e fondata sulla filologia di Jean-Yves Maleuvre.

Home