Didoleak

L’anno 1775 dell’Era volgare segna la creazione di un eccellentissimo quadro di Johann Heinrich Tischbein, il Maggiore (Haina 1722 – Kassel 1789), una delle più aperte esplicitazioni della doppia scrittura virgiliana.

Il quadro ne utilizza un altro, di fattura molto mediocre e pressoché sconosciuto, oggi in vendita a 9.000 Euro (meno di un’utilitaria da città), allo scopo di assolvere appieno alla propria funzione esplicativa, pur mantenendo – al contempo – il profilo basso che viene prediletto da qualunque setta.

Il quadro di riferimento, dipinto da tale Constantijn Netscher (L’Aia 1668 – 1723) [1], nasce circa 60 anni prima del capolavoro di Tischbein.

Risulta evidente dal confronto dei due quadri, al di là dell’impietoso divario artistico, che l’unica differenza nella scena ritratta è costituita dalla presenza - nell’opera di Tischbein - dell’anziana Barce, in primo piano (in nero funesto, prima scrittura) e di Virgilio, in secondo piano (in bianco sacerdotale, seconda scrittura).

L’una guarda, l’altro non guarda.

Chi si ferma alla prima scrittura, guarda la morte di Didone.

Chi accede alla seconda scrittura di Virgilio, invece, non guarderà mai la morte di Didone, perché il Massimo Vate è perentorio nell’escluderla e Tischbein ne dipinge la volontà con grande efficacia di artista di finissimo livello.

Gli occhi bassi di Virgilio e la mano alzata a respingere l’atto che si consuma al livello demotico del testo, rappresentano una inequivocabile attestazione della consapevolezza erudita ed esoterica - in ordine alla doppia scrittura virgiliana - raggiunta dal grande pittore tedesco e dal suo committente, nel XVIII secolo dell’Era volgare.

D’altra parte, tale atteggiamento “militante” non sembra aver nulla di casuale o di estemporaneo. Pertanto, la tesi che portiamo all’attenzione del lettore è che tale opera sia stata preordinata da una setta aristocratica di eruditi, giunti a penetrare, con ogni probabilità sin dall’Età medievale, il linguaggio ermetico del Massimo Vate della Latinità.

[1] Curiosamente, il quadro di Netscher è stato venduto il 31 gennaio 2011, ovvero il giorno dopo la nostra prima bozza del presente articolo, trasmessa via internet ai nostri server di riferimento.

Provvidenzialmente, era stata nostra cura scannerizzare il sito del venditore quando la vendita era ancora aperta. Siamo quindi in grado di mostrare come apparivano le pagine web relative ai due quadri il 30 gennaio 2011 (a memoria, la vendita era aperta da almeno due mesi):

http://www.queendido.org/Netscher_scan.jpg

http://www.queendido.org/Tischbein_scan.jpg

la puttana sacra

della Nazione Elissea

     

           

     

   

l'immagine della 28ª Didone

(quella del nostro secolo)

 il crollo di Layla:

da Diva a Cessa

   

       

fino al grande segreto rivelato:

Didone la Sbottonata

«Ha inventato i bottoni e nessuno sa allentarli meglio di lei».
«Possono chiamarla l’Errante, l’Infelice, la Sidonia: tutti epiteti graziosi, ma lontani dalla realtà.
Didone è la Sbottonata.
Chi la canta diversa non he le idee chiare, o non vuole chiarirle agli altri».
«Hai ragione, amico mio.
Tanto è vero che sempre vi sarà una Didone Sbottonata in ogni secolo a venire, fino alla fine della Storia; e sarà riconosciuta da come si allenterà i bottoncini».