I pezzi dietro sono unici, benché le
zinne di Layla siano sempre più spompate.
Per quanto potente e
decisa a non mollare, un
tumore aggressivo al colon l'ha ridotta in fin di vita.
E adesso, arrivato al
pancreas, le ha dato il colpo di grazia.
Logoranti, ripetute
emorragie interne la stanno uccidendo, ma lei si danna l'anima per tirare avanti
a tutti i costi.
Riesce
ancora a gestirsi con la forza della disperazione, sebbene il suo tempo sia
ormai agli sgoccioli.
E non ha rinunciato
all'ultimo viaggio: niente agonia in uno squallido ospedale.
Ha lavorato fino
all'estremo, facendo finta di niente.
Faceva la segretaria in un
prestigioso studio legale, ma
soprattutto la zozza: la segretaria
allentata e sempre a disposizione del cliente, specie se imballato di soldi.
Caricata sul pianale di
una vecchia Volvo station wagon, attaccata a una palizzata di flebo, sogna di
vedere il tempio segreto prima di crepare e finirci seppellita dentro.
È assistita con tanta
pazienza dal resto
del terzetto, dai soci che provano a tenerla in vita ancora per qualche giorno,
con un cocktail di schifezze nel braccio.
Layla Boyle è la
Zozza.
A bordo c’è anche la Cagna, la potente Kelly Madison, quarantottenne esplosiva e prorompente, pezzo forte dei
migliori night-club, ma anche esperta miliziana, praticante della guerriglia
sportiva e non.
Si masturba spesso, specie davanti a Layla, che non si rassegna a perdere.
Anche adesso
si trova accanto alla sua amica, sul pianale della Volvo,
e le tampona la fronte e il collo, con un fazzolettino; e naturalmente le zinne,
con le mani.
Ogni momento può essere
quello buono, ormai.
Da quando il cancro è
arrivato al pancreas, la fine si è fatta imminente.
Alla guida c’è il
Brutto, un certo Tuco, uno sporco messicano.
Le due hanno molto in
comune tra loro, i tre praticamente nulla.
L'idea è nata da un
dialogo rubato dalla Boyle in sala d'attesa.
Una tribù primitiva
nascosta nello Yucatan che custodisce un antico tempio segreto, con tanto oro
dentro.
La palla è passata a
Tuco, che da contrabbandiere ha cercato riscontri.
Qualcosa è venuto fuori.
Il pretesto di cercare una sepoltura speciale
per un'amica malata di cancro, giunta in fin di vita,
si è rivelato troppo ghiotto per non essere
sfruttato.
Un violento spasmo della
Zozza, un affanno disperato.
La Cagna è pronta a
darle ossigeno, se serve; sulla Volvo c'è tutto.
Il
Brutto si agita, è un'opportunista, ma anche un romantico, a modo suo.
E dalla
sorte di Layla dipende la buona riuscita della caccia
al tesoro.
«Ehi... bella... ma che muori? Non morire... io sono amico tuo, no? E non
morire, adesso...! Non morire... è vero che non muori, eh, bella? Vuoi qualcosa? Kelly ti dà qualcosa, non morire...
dai, bella! Vedrai che
diventiamo ricchi! Ricchi...! Non è vero, bella?»,
il Brutto prova a
trasmettere un po' di entusiasmo alla Zozza, anche se il suo ghigno sghembo
certo non gli dona e non migliora le cose.
Ma per
fortuna di Layla, lei non può vederlo: è distesa sul pianale con le gambe verso il
retro dell'auto; d'altronde, in passato è stata anche un'ambulanza e un carro da
morto.
«Si
può sapere che ti prende? Sembra la prima volta che vedi Layla in queste
condizioni», obietta la Cagna.
«Io
sono un impulsivo, un generoso... sono affezionato alla ragazza... che ci posso
fare?».
«Io
lo
sono più di te, lo sai.
Adesso cerchiamo di non suggestionarla e di farla stare tranquilla.
Ha
ancora birra, io so com'è fatta».
«Meno male! Meno male, bionda!».
«Idiota... è finita...
forse... non supero... la notte...».
Può sentirlo, però.
«Non dire così, cara»,
la Madison le tampona la fronte e il collo (e il resto), l'accudisce come una
suora, lei che è sana come
un pesce e se ne frega dei tumori; però deve stare attenta alle pallottole,
perché le farebbero scoppiare i boccioni.
Oggi, comunque, va peggio
del solito; forse è davvero finita.
Sono le ultime ore della
Zozza.
«Ora
facciamo un po’ d’ossigeno, Layla...».
«Ehi, bella! Domani ci prendiamo il caffè insieme...
non è vero?», ancora Tuco!
«Smettila e pensa a
guidare».
La Cagna si allunga
e gli sposta lo specchietto.
Il Brutto soffoca un
grugnito.
Quando la vedono, gli
indios non possono minimamente sospettare un inganno: è una vera agonia allo
stato estremo.
Potrebbe spirare nelle
prossime ore, avverte la Madison.
Ma quelli l’hanno già
capito.
Gli indigeni si
affezionano subito alla povera Layla, scatta una gara tra stregoni per
associarla a una dea del loro pantheon.
Le porte del villaggio
si spalancano, comprese quelle del tempio segreto! Il piano ha funzionato.
Tenuto nascosto a tutti,
ma non certo alla superba incarnazione di una dea.
L’interno, poi, come si
credeva, è pieno
d’oro!
Per
questi selvaggi ha un valore meramente decorativo.
«Va assistita
costantemente, altrimenti domattina ce la ritroviamo cadavere», Kelly si
raccomanda a Tuco.
«Farle
superare un’altra notte non sarà facile, ma ormai vale tanto oro quanto pesa...
Non deve addormentarsi
troppo profondamente, al minimo segnale di cedimento le va dato ossigeno fresco,
e se proprio non ce la fa, bisogna aumentarle il flusso della flebo; in punto di
morte, gonfiarla di adrenalina, per pomparla fino all’ultimo».
La Madison ha paura: con il pancreas non si
scherza; adesso il tumore è fulminante e Layla può rimanere uccisa già nelle
prossime ore.
C’è attesa, ansia e
paura da parte di tutti.
Il colpo lo devono fare
prima che ci lasci la pelle, quando saranno tutti impegnati a vegliarla.
«Ci riposiamo un po’,
Layla. Sia io che Tuco. Ma questi indios sono amichevoli, ti vogliono bene,
sanno tutto su come aiutarti, e vi sono stregoni esperti tra loro, sono più
svegli dei nostri medici.
Noi
ci rivediamo fra un po’, va bene?», e la bacia sulla guancia.
Il colpo lo fanno
all'alba, per fuggire attraverso la giungla.
«Mi dispiace lasciarla a questi selvaggi,
Layla pompava ancora…».
«Ma noi siamo ricchi…
ricchi… non è vero, biondona?», e rimane fisso col ghigno obliquo, la sua
specialità.
«Layla ha le ore
contate, ma in quel momento farà il diavolo a 4.
Peccato non esserci...»,
la Cagna si mozzica il labbro, con occhi malati.
«Su... su... vedrai che oggi la vecchia Layla si succhia un altro caffè...
zozza...».
E
continuano
la marcia, zaini in
spalla, aiutandosi con il machete.
Sembra andare tutto
liscio.
Ma seguirli è
facilissimo per gli indios.
ZIF
Tuco lancia
un’imprecazione. Una freccia gli ha trapassato la gamba.
RAT-RAT-RAT
La reazione della
Cagna è immediata.
Con una raffica
panoramica della sua uzi dà una bella sfrondata al bosco.
«Forza… dobbiamo
muoverci…», la Madison avanza decisa, a mitraglietta
spianata, con l’ansia che le gonfia il gigantesco petto.
«Aspetta... fa un male cane...!».
Con Tuco claudicante
è costretta ad andare piano.
«Muoviti, idiota... pensa se ti
arrivava nella panciona...».
All’improvviso si apre
una radura: un piccolo neo nella giungla compatta.
Il silenzio è
assordante, ma la Cagna non se ne accorge in tempo.
SZOCK
RAT-RAT-RAT
«Male…detti…!».
RAT-RAT-RAT
Una
devastante punta di ossidiana si è piantata nelle sue budella!
Il colpo è tremendo!
Ma la Cagna reagisce
subito, sparando all’impazzata.
La lancia è spuntata
fuori dal nulla, gli indios sono invisibili.
La Madison, seguita
dal compagno, raggiunge un riparo al centro della radura, costituito da un paio
di fusti d'albero.
«Te la tolgo…», dice il
Brutto, che non si sente più tanto malconcio.
«No… rimarrei uccisa…»,
risponde ansante la Madison.
RAT-RAT-RAT
Ingobbita in avanti, sputa ancora fuoco e veleno.
«Si va avanti… per
forza...».
E infatti - dopo aver
raccolto le idee - riprende la marcia, decisa a salvarsi a ogni costo e a
fuggire col bottino, nonostante una lancia conficcata nel ventre.
Ricarica e va avanti.
«Coprimi... le spalle...».
«Certo... nessuno ci
fermerà... sei forte, biondona!»,
le urla dietro Tuco, per farsi coraggio.
Se la Madison cede, è
fottuto anche lui, lo sa bene.
La Cagna avanza,
grottescamente piegata in due, con una mano stretta intorno alla lancia indigena
e l'altra al ponticello della uzi.
RAT-RAT-RAT
In certi momenti - tirandosi leggermente su per non spararsi in faccia - fa
cantare la mitraglietta per tenere lontana l’invisibile minaccia.
Ma non ce la fa più.
Si ferma.
S’appoggia di fianco a
un tronco e si lascia scivolare a terra.
«Dannazione, Kelly! Ma
che fai!?», Tuco impreca e si lascia scivolare giù anche lui. «Su, bevi… su…
biondona… non morire, eh!», la
rifocilla con cicchetti di tequila e bacetti puzzolenti sul collo.
Ma la Madison
stavolta non riparte.
«Tuco...
mi è entrata in pancia... non voglio morire...».
Kelly si rende conto
di aver trovato la morte.
«Ma no... pensa alle tue
bocce, bionda!
Le tue bocce...!»,
lo sbilenco ghigno del Brutto torna a colpire.
«Smettila… sto crepando… prima di
Layla…».
Dalla macchia escono
simultaneamente allo scoperto almeno dieci guerrieri indios, ben distanziati
tra loro.
Il ghigno si spegne.
«Tuco...
ammazzali...».
«Sei matta?
Meglio arrenderci...».
Inutile cercare di
resistere, la fuga è finita.
I due razziatori vengono
riportati al villaggio.
Lui, estratta la
freccia, legato mani e piedi a un trespolo, come un animale.
Lei, estratta la lancia,
stesa su una rudimentale lettiga, con un braccio a penzoloni nel vuoto.
«Ehi, ragazzi… la Zozza
come sta? Una dea non può essere morta... non può essere morta!», Tuco è curioso
e smargiasso come al solito, ma sa benissimo che gli indigeni non usano telefoni
cellulari. La sua è solo una provocazione.
Uno degli indios prende
a tambureggiare.
E riceve subito
risposta.
«Bella Zozza fare in 4.
Potente Stregone fare in
8».
«Bionda, non morire, eh!
Anche a me fa male la
gamba, sai... ma non dico niente, non mi lamento... Tuco non si lamenta...
queste donne bionde... queste zozze...
L’oro ci serviva per
pagare un debito… sapete cos’è un debito?
Diglielo anche tu, Kelly...
non morire anche tu, eh!
Non ci bollirete dentro
un pentolone, vero…?».
«Tu brutto, tu non
bollire bene.
Tu buono per
coccodrilli».
Il ghigno si spegne.
«Noi più avanzati di
voi, stupido.
Voi mangiare voi stessi.
Voi uccidere e
distruggere.
Voi morire quando
bella Zozza chiudere porta per sempre; sepolti vivi con dea, nel tempio, vicino oro».
«Ehi, ragazzi… ma è
davvero bravo questo vostro stregone…?
Gli do una mano io, se
volete...».
Il ghigno sghembo
riaffiora alla luce.
Il Brutto e la Cagna si
faranno in 4 per la Zozza.
Tutto il resto è
sepolto nella giungla dello Yucatan.