Anna Frezzante è una mercenaria italiana famosa per la stazza, l'avvenenza e i
camicioni sbottonati.
Ex collaborazionista nazista, fuggita come tanti altri in Sud America, adesso lavora a chiamata
per chi paga meglio, e nei tempi morti mette su qualche colpetto;
come quello di Pasto, in Colombia, verso il confine con l'Ecuador e poco
distante dal Bacino delle Amazzoni.
Sulla
loro strada c'è la Gendarmeria colombiana, che srotola fasce di gomma chiodata
per impedire la fuga ai due rapinatori.
La
Frezzante, però, non si perde d'animo, ne ha viste di peggio in passato e l'ha
sempre fatta franca.
In maniera piuttosto arrogante, ordina al suo complice
americano di dare gas; al resto penserà lei.
Anna
Frezzante è stata di parola! Alla fine è una strage di gendarmi!
Sorpresi dall'audacia dei due banditi, e soverchiati
dalla potenza di fuoco della mitragliatrice imbracciata dalla donna, utilizzata
a regola d'arte, i gendarmi non riescono ad arrestare il fuoristrada dei
criminali e diversi tra loro rimangono stesi a terra.
La jeep si allontana, la
Frezzante è illesa, ci vuole altro per fermarla.
Attesi da un esperto contrabbandiere, i due fuggitivi varcano
il confine con il Brasile a bordo di una canoa a motore, percorrendo un
affluente del Rio Negro.
Cinque mesi dopo questi fatti, Mister No viene contattato da una certa Linda
Parker.
La
donna questiona su quanto Mister No ce l'abbia piccolo, e lui reagisce
vibratamente.
Arrivati al dunque, viene fuori che Linda è la figlia del Professor Parker, dato
per disperso dopo una spedizione nel cuore dell'Amazzonia.
L'importante bionda offre a Mister No 5.000 dollari per condurla alla ricerca
del padre.
Il
vecchio Jerry accetta con entusiasmo e si prepara a partire.
Accade però che il suo Piper prenda il volo senza di lui!
A questo punto Mister No chiede aiuto a un amico e insegue sé
stesso a bordo di un idrovolante, da cui avvista infine il suo Piper, atterrato
presso un villaggio a nord di Manaus.
Nei pressi del suo velivolo, Mister No rinviene diversi cadaveri: c'è stata una
vera e propria battaglia, di cui sono rimaste vittime un meticcio e alcuni
indigeni; di Linda Parker non c'è traccia.
Dalla fitta macchia amazzonica si appalesano numerosi
guerrieri indios, appartenenti alla caratteristica tribù dei
Suyà. Mister No decide di far buon viso a cattivo gioco e si
rassegna a seguire i guerrieri al loro villaggio.
Mister No viene condotto al cospetto del capo spirituale della
tribù, che - sorprendentemente - è un uomo bianco, un anziano missionario
trasformatosi in eremita.
Jerry apprende da Padre Enrique che Linda è stata catturata
dagli indios e condannata a fungere da lauto pasto a un gruppo di caimani molto
affamati.
Ma in realtà, vedendola non più bionda, capisce che non è
affatto la figlia del Professor Parker, bensì una pericolosa avventuriera, che
Esse-Esse - il rissoso pard tedesco di Mister No - riconosce essere Anna
Frezzante, la nota mercenaria italiana, ex fiancheggiatrice, informatrice e
delatrice dei nazisti.
La
Frezzante è una macchina da guerra, pronta a uccidere, anche se stavolta è lei a
rimetterci la pelle.
Padre Enrique racconta quello che è venuto a sapere.
Mister No è tacitamente ammirato dalla potenza di Anna, che ha
saputo tenere testa a tanti avversari, e benché colpita, non è rimasta uccisa.
Jerry baratta la vita della Frezzante con le merci in suo
possesso e con la promessa di armi per i guerrieri Suyà.
Durante la marcia nella giungla, Jerry Drake si accosta alla
Frezzante.
«Hai rischiato di rimanere uccisa, Anna, te ne rendi conto?».
«Mi è già successo diverse volte... a te, poi, cosa te ne
importa?».
Lo sguardo allusivo di Mister No, sul camicione sbottonato, in risposta alla domanda.
Fatto ritorno al Piper, Mister No si congeda dall'amico pilota
che lo ha trasportato fin lì e si prepara a ripartire verso Manaus, con
Esse-Esse e la donna, deciso a raccontare tutto alla Polizia.
Anna si dilegua e si ricongiunge al suo complice, mentre Jerry
si imbatte nella vera Linda Parker e la accompagna nei pressi del misterioso
cratere.
Durante la notte, l'accampamento di Mister No viene attaccato
da un pipistrello gigante, prova inconfutabile di incredibili mutazioni.
Avvicinandosi al cratere, il terzetto scopre una base segreta;
ne scaturisce un violento scontro a fuoco, da cui esce malconcio Sinclair, il
principale complice di Anna.
Avanzando ancora in direzione del cratere meteoritico, altre
terribili mutazioni si appalesano agli occhi di Mister No e compagni.
Mister No ed Esse-Esse se la cavano, grazie all'intervento di
Linda Parker e dei membri superstiti della spedizione del padre.
Anna Frezzante è costretta alla fuga, ma fuori dalla grotta si
imbatte in una spiacevole sorpresa.
«Se la caverà?».
«Sangue di Giuda, penso proprio di sì!
L'erba cattiva non muore mai e non muta mai...».
MISTER NO: TETTE MERCENARIE
di Salvatore Conte (2024)
Ci risiamo.
Mister No è alle prese con l'ennesima spedizione
archeologica della sua "fidanzatina" Patricia.
Stavolta, però, il boccone honduregno è particolarmente grosso.
Duarte è spalleggiato da una potente mercenaria quale
Layla Mendez, una zoccolona ambiziosa e prepotente.
Alla partenza, dal villaggio honduregno di Agua Clara, la
spedizione è composta da dieci elementi: Jerry Drake, Esse-Esse, Patricia
Rowland e due colleghi professori, tre portatori e due guide armate.
Giunta presso un villaggio apparentemente deserto, la
spedizione viene accolta in maniera ostile.
Tuttavia l'incidente si chiude senza conseguenze, e la
marcia riprende.
I membri dell'importante spedizione riposano...
La potente Layla Mendez comincia a muovere le sue pedine?
Mentre la presenza della
spedizione è stata ormai segnalata, i nostri possono finalmente sorridere...
La gioia per lo straordinario ritrovamento è presto
soffocata dalla minacciosa irruzione di un gruppo armato, che però -
fortunosamente per la spedizione archeologica - viene a sua volta
attaccato.
Le perdite sono ingenti su tutti i fronti.
Ma il peggio deve ancora arrivare...
«E poi quella è una grossa fica», aggiunge a sua discolpa Mister No.
Sangue di Giuda, la resa dei conti è rimandata...!
MISTER NO: LA VALLE DEI MORTI
di Salvatore Conte (2025)
È da qui che fugge Carlos.
Purtroppo per lui, quel gringo ha predetto il falso: lo smeraldo
non gli ha portato fortuna, ma una bella cassa da morto.
Aveva una grossa fica da mantenere, e tanta premura l'ha tradito.
Ma questa Maria è davvero così fica?
Sembra di sì; Carlos morirà per qualcosa di grosso.
Carlos
è ormai alla fine.
Recuperato da un battello di linea in transito, sta blaterando qualcosa a
proposito di certi smeraldi, e un farabutto di nome o soprannome Big Bag, detto
anche Bag, si lascia
subito affascinare dal verde miraggio.
Maria
Stuqui è la più grossa puttana di Esmeralda, un piccolo centro sulle sponde del
Rio Negro.
È grossa e perfetta, senza età, e allegra come tutte
le brasiliane.
Di sicuro piacerebbe molto a una nostra vecchia
conoscenza; è una di quelle che potrebbe far mettere la testa a posto perfino a
lui.
Ecco perché Carlos era disposto a tutto pur di
tenersela.
L'avida Maria non si fa scappare l'occasione: Carlos può anche crepare, ma la
ricchezza deve passare a lei.
Però la grossa zoccola, che farebbe scalpore anche a Manaus, non si fa troppe
domande sulla tosse mortifera che ha colpito il suo compagno; quando, invece,
qualche domanda sarebbe più che logica.
L'alleanza con Big Bag viene da sé: lui viaggia spesso in quelle zone e lei non può
certo scalare il Picco delle Nebbie da sola.
La
spedizione, in ogni caso, necessita di varie attrezzature; i due si recano a
Manaus, ma non hanno un soldo, e sono costretti a impegnare lo smeraldo raccolto
da Carlos. Con la complicità di Maria, Bag riesce a turlupinare un ingenuo
studioso di Chicago, giunto in Amazzonia alla ricerca di un grande cimitero di
dinosauri, facendogli credere che detto cimitero possa trovarsi alle pendici dell'inesplorato
Picco delle Nebbie, al confine con il Venezuela.
Mister No, che era in trattativa con lo stesso studioso per accompagnarlo nelle
sue ricerche, sente puzza di bruciato, ma al tempo stesso rimane affascinato
da Maria, di cui aveva sentito parlare nei bar più malfamati di Manaus: Maria
Stuqui, il famoso troione di Esmeralda.
La
sua leggenda adesso non gli pare più tanto esagerata.
Jerry,
pertanto, si mette a pedinare il terzetto, ma già Maria accusa quella brutta
tosse con sputacchi di sangue.
Maria
è stata a contatto con lo smeraldo per tutto il viaggio da Esmeralda a Manaus;
forse Carlos l'ha avuto con sé più a lungo, ma la situazione per la grossa troia
si fa brutta...
Tuttavia, l'importante donna - avida di potere - non ha alcuna intenzione di
lasciare le redini dell'impresa agli altri due.
Seguendo le tracce dei tre, Mister No raggiunge le pendici del Pico da Neblina e
deve abbandonare la canoa a motore con cui ha viaggiato finora.
Jerry
decide di aspettare che i tre arrivino sul posto, prima di intervenire.
E
quando ciò avviene, lo spettacolo è sconvolgente...!
Il
professore di Chicago non tarda a evocare il precedente storico relativo alla
famosa eruzione vulcanica di Pompei del I secolo dopo Cristo.
Ma invece di ascoltarlo, Big Bag è preso dalla frenesia di
scavare.
E quando si accorge che gli smeraldi ci sono davvero, decide di
sbarazzarsi subito dello studioso, sparandogli, ma senza riuscire a colpirlo.
Ben presto, però, anche lui comincia a tossire, in maniera
convulsa e violenta, più ancora di Maria.
Infatti, sia pure da pochi minuti, è entrato in contatto con il
ricco giacimento di berilli.
Maria, stavolta, ha imparato la lezione, ed è rimasta in
disparte.
Mister No interviene in favore del professore, mentre Big Bag - spinto
dall'avidità - riprende a scavare, ignaro della fatale minaccia.
Le cose, tuttavia, precipitano rapidamente.
«Ma
allora questo vuol dire che...».
«Sì,
se parliamo della donna, credo che le rimanga poco; mi dispiace... non credo
fosse cattiva.
Se
anche riuscisse riprendersi dalla fase acuta dell'intossicazione, senza molti
dubbi svilupperebbe il cancro... nello stomaco, all'intestino, o in qualche
altro organo; e sarebbe un cancro fulminante, data l'intossicazione da
berillio».
«Dunque, tu sei la famosa Maria Stuqui da Esmeralda...».
«E
tu... ptuah... il famoso Mister No...».
Fatte
le presentazioni, Jerry cerca subito di entrare in confidenza.
Oltre
che gravemente malata, Maria deve mandare giù un boccone molto amaro: niente
cascata di smeraldi, niente ricchezza.
«Maria,
il vero smeraldo sei tu. Verrai ricoverata il prima possibile per accertamenti e
cure», Mister No la consola alla sua maniera. «E per te, il vecchio furfante
dell'Amazzonia metterà la testa a posto...
Ci
stai, querida?».
«Se
non rimango uccisa... cough-cough... andiamo... all'avventura insieme... ptuah...
Jerry...
Però... adesso... cough... portami via... non voglio rimanerci di sale...
ptuah-ptuah...», pur senza essere una grossa esperta, Maria ha capito tutto.
Rimane un grossa fica, comunque.
Per
riportarla indietro, alla barca, Jerry allestisce una barella.
Mister No si attende il peggio di ora in ora, via-via che le condizioni di Maria
Stuqui si aggravano e che la donna appare sempre più spaventata.
«Jerry...
stammi vicino... ne ho per poco... ptuah-ptuah...».
«Ci
vorrebbe perlomeno dell'ossigeno...», suggerisce il professore.
Mister No dirige l'imbarcazione verso una vicina base militare, pensando che
potrà raccontare nei bar di aver visto spirare la leggendaria Maria Stuqui proprio davanti a
lui.
Se
lei respira male, lui trattiene il respiro.
Però
non può fare molto, mentre la Stuqui manda gli occhi al cielo e trema di paura.
È la Valle dei Morti; ma anche della
Moribonda.
HIRAS: LA DONNA DEL FUOCO
di Salvatore Conte (2025)
Hiras è a spasso con Crixo, il saggio folletto delle foreste; e incontra
subito guai.
Gli
autori del massacro, questi misteriosi Uomini Alati, non promettono nulla di
buono, ma Hiras è certamente un gran testardo e riparatore di torti; perciò è
più che mai intenzionato a scoprirne il nido.
In
ciò l'aiuta un'avvenente Signora che ha un conto in sospeso con gli Uomini
Alati, oltre che un conflitto d'interesse, per così dire.
Stanca di pulire cessi e riverire grandi teste di cazzo, Korah si è messa in
proprio, ha scoperto di avere un grosso ascendente non solo sui piselli
mesopotamici, ma anche nei confronti di certe brutte bestiacce, con le
piume al posto dei peli.
Korah salva il culo a Hiras e i due diventano buoni amici.
Il Figlio di Nippur ormai conosce la strada per il nido.
Ma
non fa nemmeno in tempo ad entrare nella città degli Uomini Alati, che già
litiga con qualcuno; per sua fortuna interviene un altro pezzo di fica, una
donna eccezionale di nome Fiona.
Il
Re ha fatto rapire un vecchio saggio, un uomo santo, per farsi curare, perché
sta morendo; ma il vecchio saggio non vuole saperne.
«Non
temere, Korah... ti salderò il conto molto presto...», sussurra rabbiosa la
Regina, soccorsa dalle guardie del palazzo e dai chirurghi di corte.
TEX: L'ORO PERDUTO DI KLAATU
di Salvatore Conte (2025)
Tex e
Carson si imbattono casualmente in uno spelacchiato cagnolino che porta con sé
una disperata richiesta d'aiuto da parte del suo padrone.
È inverno e c'è neve abbondante sugli altopiani
dell'Arizona, tra Flagstaff e il fiume Colorado.
Raccolto il cane, i due pards rimandano all'indomani le ricerche del disperso e
raggiungono un piccolo villaggio tra i monti per trascorrere la notte.
Lo
stalliere ha predetto il giusto: la cena non è un granché, ma l'incontro con la
padrona del locale non tradisce le aspettative.
Si chiama Layla Doyle e ha una grossa faccia da
troia; si presenta ai pards con una sgargiante camicia
bianca, gonfiata da due zinne da mignotta e
riempita da un corpo imbolsito; sembra mancare solo di una cartucciera a
tracolla: un cappellaccio da cowboy e la tempra virile, la signora ce li ha già.
Chissà com'è finita in questo posto sperduto, ma
dalla faccia sembra una abituata a maneggiare denaro, senza farsi troppi
scrupoli. Fa venire il dubbio che il nome del suo locale, Golden Hole, si
riferisca proprio al suo.
Mentre si ripassano con gli occhi la grossa zoccola che gira per
i tavoli a raccogliere prenotazioni, i due pards incappano subito in una bella
rogna.
Spalleggiato da un paio di brutti ceffi, fa il suo ingresso nel
Golden Hole un certo signor Guerrero, un bullo di paese non privo di qualche
raffinatezza. Sta ricercando un tale che sembra proprio il padrone del cane
raccolto sulla pista; e poiché i due stranieri gli appaiono reticenti, ecco che
si accende la rissa.
«Ehi,
mister... i danni chi li paga?», la signora è interessata al suo business.
Tex le allunga 20 dollari; non sono pochi per quel
legno marcio.
D'altra parte è evidente che il Ranger non vuole
lasciare una cattiva impressione di sé all'avvenente padrona del Golden Hole.
Il giorno dopo, salutata la signora, i due pards
vanno alla ricerca del disperso, ben sapendo di essere seguiti.
Giungono a una capanna isolata, dove rinvengono il
padrone del cane, ormai cadavere. È stato ucciso da una freccia indiana che l'ha
raggiunto al petto.
Ad attendere i due rangers all'uscita dal capanno ci
sono gli uomini di Guerrero, che ingaggiano un furibondo scontro a fuoco;
soltanto uno di loro evita il piombo caldo di Willer e Carson, un certo Smile,
protagonista della rissa al Golden Hole; i due pards lo convincono a vuotare il
sacco.
«La Doyle è la sua donna?», gli domanda Tex.
«Non proprio, è più una socia che altro; sa sparare
e uccidere, all'occorrenza.
Comunque la cuccagna è finita da un pezzo, i
giacimenti della zona si sono esauriti in fretta e Mine Creek è ormai al
collasso; è solo grazie a quella vacca che tiene aperto il Golden Hole, se
qualcuno è rimasto tra queste montagne».
«Ci riferiamo al saloon, o a qualcos'altro...?»,
chiede maliziosamente Tex.
«A entrambi, mister Willer».
«Però adesso c'è una nuova speranza, c'è l'oro di
Klaatu...!».
«Forza, non farti pregare, racconta...».
«So
quello che state pensando; che sono tutte balle.
Anche
noi eravamo scettici, ma un giorno ci imbattemmo in un tenda indiana, molto
isolata.
Dentro c'era uno stregone che stava per morire.
Layla
si avvicinò per controllare e quello la scambiò per la moglie di Manito che gli
dava il benvenuto nelle praterie celesti.
Allora tirò fuori una mappa e parlò di Klaatu; poi morì.
Nei
giorni successivi cercammo di comprendere il significato della mappa, ma senza
successo; però eravamo ormai convinti che non si trattasse solo di una leggenda.
Fino
a quando...».
«Il
vostro compare, questo Scofield, ha pensato bene di rubare la mappa per andare
lui solo a prendersi l'oro... dico bene, Smile?».
«Dici
bene, Ranger».
Willer lascia andare Smile e studia il da farsi, ma poco dopo è sorpreso da
Guerrero, che lo attende al varco insieme a Layla Doyle e a una nutrita banda di
delinquenti messicani, messi insieme da una certa Esmeralda.
L'astuto fuorilegge lascia Carson nelle mani dei messicani e impone a Tex di
condurlo fino all'oro, pensando che abbia ritrovato la mappa.
Per
non mettere in pericolo il suo pard, Willer finge di conoscere l'ubicazione del
giacimento e si mette in marcia, accompagnato dallo stesso Guerrero e dalla
Doyle; poteva andargli molto peggio.
Durante il viaggio, Tex ha un'intuizione geniale.
«Allora adesso non mi servi più, Ranger!».
«Vacci piano, Nick; è un tipo famoso...».
«Di
che ti impicci tu? Tu prendi un quarto dell'affare, lo sai».
«Quando voglio, lo prendo tutto...».
«Smettila di fare la stronza, ammazzalo tu...».
«Ti
ho detto come la penso, Nick: a piedi e senza armi non può darci alcun
fastidio».
«Sei solo una zoccola, Layla; questo tizzone d'inferno sarebbe pericoloso anche
senza braccia».
«Non scaldarti troppo, abbiamo molta strada da fare».
«Sì, ma dopo averlo tolto di mezzo...».
BANG
Guerrero si accinge a sparare, ma è lui stesso che viene raggiunto da un
proiettile alla spalla: il vecchio che abita nel barcone immobilizzato dal
ghiaccio, e che ha ospitato i tre viandanti, reagisce in difesa di Tex.
«Ora basta! Si fa a modo mio», Layla prende in mano la situazione, soccorre il
socio e tiene sotto tiro il vecchio e il ranger; poi i due si allontanano a
cavallo.
Per
prima cosa, Willer si preoccupa di liberare il fido Carson dalle grinfie dei
banditi messicani; non senza pungere la terra con nuove croci, sebbene la
potente Esmeralda gli sfugga.
Tex
riesce a sorprendere i due, stanchi e delusi dal mancato ritrovamento dell'oro.
Allora prova lui stesso a interpretare la mappa... e li porta fino al
giacimento... dove le pietre brillano...
Pur
tuttavia, Nick Guerrero, con un banale espediente, approfittando di un Tex un
po' troppo distratto, rovescia di nuovo la situazione.
«Andiamo, Nick... c'è oro in abbondanza per tutti...».
«Smettila... o ti pianto una pallottola in pancia, Layla...».
Layla
è tentata di prendere il comando, ma Tex la guarda fisso.
«Scegli il bianco o il nero, bambola?».
La
donna guarda in alto, verso il guerriero indiano che ha scoccato la freccia.
«Il
giallo... il tuo giallo, Tex...».
Sotto
lo sguardo indecifrabile dell'Uomo di Klaatu, il Custode di Manito, il Ranger si
avvicina alla grossa zoccola.