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La Bomba

LA BOMBA

di Salvatore Conte (2017-2022)

I. TEOMACHIA A BORDO PISCINA

II. RICORDATI CHE SEI MORTA

III. BUONA LA PRIMA

IV. I RIMPIANTI S'AGGRAVANO

V. DONNA FREDDATA, CADAVERE ACCALDATO

VI. ESPLOSIONE INTERNA, PROLUSIONE ESTERNA

VII. CONCORRENZA ALL'ULTIMO FIATO

I

TEOMACHIA A BORDO PISCINA

Kelly Maddox è una bionda esplosiva, che scoppia di bellezza e salute, una specie di deità tutta tette e morbide curve, un esemplare unico di milf californiana cinquantenne, che dà almeno un giro di pista a tutte le giovani troiette della West Coast; un'orgia vertiginosa di dirompente e stravolgente sensualità, che ribolle da ogni centimetro del suo corpo e in ogni momento della giornata, dal mattino mentre si cosparge di creme solari, sdraiata con bikini che la contengono appena sulle spiagge di Santa Monica, alla sera quando si ritrova a camminare per le strade di Long Beach, stretta in vestiti fatti più di pelle - la sua - che di stoffa.

Vive di coca e per la coca, e arrotonda col traffico d'armi e il riciclaggio, e quando il denaro è troppo sporco per ripulirlo, paga e riscuote con il corpo.

La Bomba, è così che la chiamano nell'ambiente, e questo soprannome la fa godere come si trattasse di un uomo sopra di lei.

Come freelance della malavita, lavora per tutti e per nessuno, e la sua posizione le permette di scegliere quando e a chi dire sì.

Ha perfino operato in Africa Nera, nel formato Bomba del Congo, Super Sbottonata.

Qualche giorno addietro è stata contattata da alcuni scagnozzi di un noto senatore, un pezzo molto grosso, che senza giri di parole le hanno ordinato un paio di chili di cocaina; una di quelle occasioni da cogliere al volo, un lavoretto semplice e pulito, che le farà intascare una bella provvigione sulla merce, oltre a farle fare la conoscenza di un personaggio così importante e influente.

Le 15 del giorno stabilito e Kelly si ritrova puntuale davanti all'enorme cancellata d'ingresso, l'incontro è stato concordato direttamente presso la villa del senatore, nella zona più lussuosa della città.

«Il senatore mi sta aspettando», il cancello si apre e la Corvette nera notte entra, attraversando il lungo vialetto che pare interminabile, prima di giungere nei posti riservati agli ospiti.

Aggressivamente ostentata da una camicetta a quadri allentata all'inverosimile, da cui l'abbondante seno straborda inevitabilmente in un decolleté mostruoso, con i tacchi a spilli a rintoccare sul marmo, percorre l'ampia scalinata che conduce al bianco e laccato portone d'ingresso.

È la Super Sbottonata che afferra il potere...

«Si accomodi, signora», un uomo della sorveglianza l'accoglie prima con lo sguardo e poi con le parole. «Il senatore la prega di cambiarsi d'abito e di indossare questo, per poi raggiungerlo in piscina dove la sta aspettando», le consegna una piccola borsa di velluto blu, che prende con la mano libera, la destra è difatti occupata dalla valigetta con i due chili di cocaina.

«Può cambiarsi nella prima stanza a sinistra», le indica un lungo corridoio contornato di ceramiche, vasi dalle più raffinate decorazioni e quadri appesi.

È un ampio locale, evidentemente uno dei tanti spogliatoi della villa, e togliendosi l'abito indossa il costume in dotazione, un bikini rosa con le coppe dalle sfumature argentate e dal disegno che rimanda a un ricamo all'uncinetto, che la fanno esplodere in una sessualità devastante, con i grossi e polposi seni che a ogni suo respiro sembrano essere sul punto di sfondare la stoffa e restare liberi.

«La Bomba... mai soprannome potrebbe risultare più azzeccato, carissima Kelly», il senatore si alza dal lettino andando ad accoglierla con un paio di bicchieri di champagne.

«Così mi lusinga, senatore», prende il suo lasciandosi baciare la mano, quella con la valigetta. «Qui dentro c'è la sua richiesta, se vuole controllare...».

«Mi fido, Kelly, mi fido», la prende passandola subito a un suo uomo, che pare però non essere animato dalla sua stessa fiducia.

«Tutto a posto, senatore», la piccola fiala di vetro conferma che la merce è eccellente.

«Nessun dubbio. Questa è per lei», le passa a sua volta una valigetta di pelle marrone, più piccola ma ugualmente preziosa. «Prima però faccia un bagno con me, oggi c'è un'afa terribile».

«Più tardi, magari; con questo bel bikini addosso, se permette, voglio prima abbronzarmi un po'».

«Si accomodi pure», e con lentezza volutamente esasperata si sfila i sandali, per poi sdraiarsi sul lettino di stoffa cremisi, allungandosi in una posa che potrebbe essere il sogno di ogni uomo.

«Senatore, mi perdoni. C'è un'importante telefonata per lei».

«Bene, vado a prenderla nel mio studio», indossa il pregiato e costoso accappatoio. «Torno subito a godermi il suo spettacolo», e la guarda passandola in rassegna dalla testa ai piedi.

«L'aspetto, senatore», lo saluta con un cenno, cominciando a spruzzarsi addosso un po' d'acqua con un piccolo nebulizzatore, che si va a mischiare umidamente con il sudore rendendo il suo corpo una capitale del desiderio.

Abbronzarsi sdraiata sopra un lettino a bordo piscina di un senatore, con accanto una valigetta piena di dollari: una giornata perfetta, se esistesse la perfezione.

«Finalmente ci ritroviamo, maledetta puttana», la figura di una donna si para davanti al sole, mettendo Kelly nell'ombra, confermando che la perfezione non esiste.

«Tu...?!», si mette una mano sopra gli occhi per metterla a fuoco. «Anna Frazer...! L'ex agente dell' MI6... che si è messa con James Bond... la Super Sbottonata...».

«Già, sono proprio io... eri convinta di avermi ammazzata, vero...?», è vestita, come suo solito, con un camicione ampiamente sbottonato, stretto in vita da una vistosa cinta nera in tinta con i bottoncini. «Ma sfortunatamente per te, come vedi, sono sopravvissuta».

«Mi avevano avvertita che eri maledettamente dura a morire», una smorfia di disappunto contrae il bel viso di Kelly.

«Vediamo se anche tu hai questa capacità», infila rapidamente la mano nella tasca. «E riesci a sopravvivere come ho fatto io».

BANG

BANG

Due colpi di pistola esplodono improvvisi contro la bella californiana, colpendola in pieno appena sopra l'ombelico.

«Ohhh...», il corpo di Kelly ha un sussulto, mentre le pesanti tette ondeggiano su e giù al ritmo dei due proiettili. «Maledetta...», abbassa lo sguardo sul proprio addome, portandoci sopra entrambe le mani. «Mi hai sparato...».

BANG

BANG

BANG

Altri proiettili esplodono immediatamente dopo, colpendo Anna che finisce in piscina con un lamento, che si soffoca subito nell'acqua: gli uomini del senatore non hanno perso tempo, sono addestrati anche per questo.

«Cosa diavolo sta succedendo?!», il senatore viene richiamato fuori dagli spari. «Dio mio...», vede nella piscina il corpo della donna, a galla di schiena sull'acqua già arrossata.

«Anna, senatore!», Jim, il capo della sicurezza, un massiccio ex marine quarantacinquenne con i capelli a spazzola, gli si mette di fronte. «Ha sparato a questa donna», indica Kelly, ferita e stesa sul lettino.

«Come abbiamo sentito gli spari, abbiamo fatto fuoco contro di lei, neutralizzando all'istante il pericolo», Gustaf e Tommy, altre due guardie del corpo del senatore, intervengono precisando chi ha riempito di piombo la donna inglese.

«Dannati imbecilli! L'avete fottuta!».

«Senatore... mi aiuti... uhhh...», Kelly si sposta le mani dall'addome, lasciando vedere i buchi delle pallottole. «Quella puttana... mi ha sparato...».

«Su, voi! Aiutatela ad alzarsi!», due uomini si avvicinano alla donna. «Portatela in una delle camere e chiamate subito il dottor Livingstone!», la tirano su, prendendola uno per parte.

«Ohhh... fate piano...», si lamenta, mentre riescono a metterla dolorosamente in piedi.

«Rupert, prendila tu», i due la sorreggono, finché il terzo, più nerboruto di entrambi messi insieme, la prende in braccio.

«Aspettami all'inferno... bastarda...», Kelly guarda in direzione della piscina, prima di appoggiare la testa contro il petto dell'uomo e lasciarsi portare all'interno della villa.

Viene sdraiata su di un largo letto e il suo corpo sudato, seppur con le due pallottole che si ritrova nell'addome, è ugualmente sensuale, ne sa qualcosa il palestrato uomo del senatore, che si ritrova con una notevole erezione per averlo sentito addosso mentre la portava in braccio.

«Me la caverò... dottore...?», Livingstone le sposta le mani dall'addome.

«Sei gravemente ferita, Bomba...», non può che chiamarla con il soprannome, vedendo in che modo alza e abbassa il seno, che a ogni respiro sembra esploderle fuori dal bikini. «Non ci sono buchi di uscita», le passa una mano dietro la schiena. «Dovrò estrarti entrambi i proiettili», le mette una larga garza a coprire i buchi. «Tienile premute sopra il più possibile», e le fa appoggiare nuovamente le belle mani smaltate sull'addome.

«Mi brucia da morire...», reclina leggermente la testa in una smorfia di dolore.

«Lo so», inizia a togliere dalla borsa gli strumenti necessari per operarla, sistemandoli su un mobiletto accanto al letto.

«Perché tutto questo...?», il senatore si siede nervosamente sul letto. «Perché Anna ti ha sparato? Vi conoscevate? Perché, maledizione!», la guarda aspettando subito una risposta.

«È una lunga storia... senatore... uhhh...», aggrotta la fronte. «Se me la cavo... magari... gliela racconterò...», accenna un sorriso, ma una fitta violenta glielo toglie subito dalla bella bocca.

«Perché quel puttanone ti ha sparato?», vuole assolutamente saperlo, una sparatoria nella sua villa merita almeno una spiegazione.

«La lasci stare, senatore», Livingstone interviene con voce bassa ma decisa. «In queste condizioni non deve parlare», le infila un ago in un braccio iniettandole una sostanza trasparente. «Dopo potrà farle tutte le domande che vorrà», una breve pausa per tirare via l'ago. «Sempre appunto se riuscirà a cavarsela».

Il senatore si alza dal letto e gli si para davanti. «Dovrà cavarsela», gli sistema fintamente la giacca. «Inteso, dottor Livingstone?».

«Inteso, signor senatore», capisce che è meglio lasciargli l'ultima parola e riprende ad armeggiare con i suoi strumenti operatori.

II

RICORDATI CHE SEI MORTA

«Gustaf! Rupert! Tommy!», Jim chiama a gran voce a raccolta i suoi uomini. «Chi di voi ha tolto il cadavere dalla piscina?», è incazzato.

«Ma veramente, Jim... noi non ci siamo occupati di prelevare il corpo della donna», si guardano l'un l'altro, smarriti.

«Come non ve ne siete occupati?! Dov'è allora il corpo di quella fottutissima puttana?!», indica la piscina sempre più fuori di sé, mentre l'acqua rossastra s'increspa lieve alla leggera brezza californiana. «Volete dirmi che è sparito da solo?!».

«Jim... guarda lì, per Dio...», Gustaf fa un segno nella zona vicino alla scaletta della piscina.

«Cosa significa...?», neanche un ex marine come lui riesce a restare impassibile davanti alle chiazze d'acqua che partono dalla scaletta, per poi prolungarsi in una scia bagnata sul cemento, che va a perdersi sopra la prima erba del giardino.

Mi avevano avvertita che eri maledettamente dura a morire, le parole di Kelly sembrano riecheggiare dalla camera al secondo piano.

Ma la Bomba adesso deve pensare alla propria di resurrezione.

«Muovetevi, maledizione!», Jim segue le tracce bagnate, tirandosi dietro la muta delle altre guardie. «Tommy, con me! Voi due di là», indica l'interminabile vialetto d'alberi. «Setacciate il giardino centimetro per centimetro. Un cadavere non può andare lontano!».

La ricerca è nevrotica, furiosa; specialmente l'ex marine sembra invasato, sa che se Anna non si trova, la prima testa a saltare è la sua.

«Jim! Quaggiù!», Gustaf urla facendo ampi cenni dal fondo del giardino, all'altezza del muro di cinta. «Guarda qui...», passa una mano sull'intonaco azzurro striato adesso anche di rosso. «È bagnato».

«È acqua... e sangue...», Jim ripete il gesto, strusciando anche lui la mano sul muro. «Com'è possibile?! Era morta quella maledetta!», e picchia un pugno contro il primo albero vicino, tirando via un pezzo di corteccia. «È riuscita a scavalcare... non posso crederci... l'ho vista galleggiare nella piscina!», piega le gambe e resta sulle ginocchia, incredulo e sconfortato.

«Ascolta, Jim, bisogna sistemare tutto prima che il senatore se ne accorga».

«Cosa possiamo fare, maledizione? Sono finito, fottuto», si passa istericamente una mano fra i capelli a spazzola.

«No, c'è ancora una soluzione», Gustaf lo prende per un braccio rimettendolo in piedi. «Esci subito con una delle macchine. Noi torniamo dal senatore e gli diciamo che ti abbiamo aiutato a caricare il cadavere nell'auto e che ti sei occupato di andarlo a fare sparire in un posto sicuro».

Jim lo guarda smarrito come dovesse mettere insieme quelle semplici parole.

«Può essere una soluzione...», cerca a fatica di riprendere il controllo dei suoi nervi.

«È l'unica soluzione, Jim. Il senatore non si accorgerà di niente», gli prende la testa fra mani. «Anzi ti darà una pacca sulla spalla per avergli smaltito un cadavere così ingombrante».

«Hai ragione, Gustaf... possiamo cavarcela in questo modo», il viso riprende il suo solito colorito arrossato, da buon americano vitaminizzato. «Prendo la Mercedes nera», si sfila un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni.

«Muoviti, Jim, da adesso siamo tutti sulla stessa barca. Questo sarà il nostro fottutissimo segreto che ci porteremo fino nella tomba».

Un ultimo sguardo d'intesa, duro e risolutivo, e sale in macchina sapendo che dovrà stare fuori qualche ora, il tempo necessario per trovare un luogo adatto e sicuro per occultare un cadavere che non c'è.

III

BUONA LA PRIMA

«È andato tutto maledettamente bene, Lana», seduta sui sedili posteriori, Anna guarda nello specchietto la sua interlocutrice, che contraccambia con uno sguardo altrettanto elettrico, distogliendolo per un attimo dalla strada.

«Sì, anche il tempismo con cui ti ho passato la scala a ganci mi è sembrato perfetto».

«Un metodo eccellente per scavalcare e ridiscendere dal muro».

«L'ex marine starà impazzendo di rabbia per cercare di capire come un cadavere possa avere fatto tutto questo», un sorriso apre l'espressione della bella rossa al volante.

«A proposito di Jim...», Anna prende un cellulare dalla borsa asciutta che si trovava già sui sedili posteriori. «Gustaf mi ha appena informato che sta andando in giro a smaltire il mio cadavere...», anche lei non può fare a meno di sorridere. «Il piano si sta completando alla perfezione. Adesso ho bisogno solamente di mettermi qualcosa di asciutto addosso».

«Gli indumenti li trovi nella borsa di stoffa insieme a un piccolo asciugamano. E sotto il sedile di fronte a te, trovi anche un paio di sandali».

Si toglie i vestiti inzuppati restando in intimo e inizia a tergersi lentamente e ripassando più volte l'asciugamano sulle stesse parti, in modo volutamente sensuale, e la donna al volante - aggiustandosi lo specchietto - pare gradire appieno lo spettacolo.

«Un piano perfetto», si toglie il trucco sbavato attorno agli occhi sorridenti di una luce trionfale.

Perfetto e programmato e studiato in ogni minimo dettaglio da Anna, il donnone preferito del senatore, e da Gustaf, una delle guardie del politico, amanti ovviamente segreti per non perdere entrambi i benefici derivanti dall'essere nelle grazie del potente uomo di Stato.

La donna da tempo aveva iniziato a confidare al suo biondo e muscoloso Gustaf la volontà di vendicarsi di Kelly, per un fatto accaduto fra loro e mai volutamente specificato, cominciando a pensare ossessivamente a un modo sicuro per eliminarla e correndo meno rischi possibili, cosa non semplice da attuare considerando le influenze e le protezioni che la Bomba vantava in tutta la West Coast.

«Per farla fuori ci vuole qualcosa di sensazionale», Gustaf butta lì un'idea, un piano folle e molto cinematografico. «Anche se di solito queste cose funzionano solo nei film», fissa Anna per capire se quello che ha appena detto è in fondo così irrealizzabile.

«Gustaf», una luce le accende sinistramente lo sguardo, «questo potrebbe diventare il piano perfetto che stavo cercando», gli passa una mano fra i capelli e guarda oltre lui, come a vedere già quell'idea in azione, confermando che la natura femminile è da sempre più decisa e coraggiosa alla follia quando si parla di vendetta.

Approvato il piano di Gustaf, Anna comincia a parlare insistentemente di Kelly al senatore, sottolineando come nessuno meglio di lei può rifornirlo della migliore cocaina in circolazione e a prezzi più bassi della concorrenza, e lo fa in modo così assillante da convincerlo a farla contattare dai suoi uomini e a commissionarle il primo quantitativo di polvere bianca.

«Falla venire in villa, è una donna molto bella...», l'appuntamento con la consegna a domicilio è il successivo tassello del puzzle che va piano piano prendendo forma, e la preda - dopo essere stata attirata nella tana - adesso deve solamente cadere nella trappola in allestimento.

«Con Tommy è tutto a posto», qualche giorno prima Gustaf si è occupato di corrompere una delle guardie del senatore, un compito piuttosto semplice nonché una scelta scontata, dato che Jim - il capo - è da troppi anni al servizio del politico e quindi probabilmente incorruttibile, mentre Rupert - l’altro uomo - è grande e grosso ma non abbastanza sveglio, al punto che è preferibile averlo come avversario. Tommy invece è da sempre un mercenario al servizio del miglior offerente e, particolare non trascurabile, con Gustaf si conosce dai tempi delle missioni in Medio Oriente, quando più volte si sono coperti il culo l’un l’altro.

Scelta quindi inevitabilmente perfetta.

IV

I RIMPIANTI S'AGGRAVANO

Venerdì 18 Agosto, ore 15:15, villa del senatore.

«Svelta, vatti a nascondere dietro le piante del giardino. E aspetta il mio cenno», Gustaf fa entrare Anna aprendo a distanza il piccolo cancello pedonale, e la donna con movenze quasi feline e passi veloci, scompare subito nella zona indicata.

Kelly arriva in piscina indossando il suo esplosivo bikini e vedendola così sessualmente prorompente, Gustaf sembra esitare a procedere con il piano, ma la posta in gioco ormai è troppo alta e, anche se a malincuore, oggi la Bomba dovrà morire.

Si ridesta dopo aver distolto lo sguardo da quel corpo terribilmente sensuale, e incrociando le mani davanti a sé, si rimette in posa e immobile sotto il sole attende il momento per entrare in azione.

Passa qualche minuto e il senatore viene richiamato all'interno della villa da una delle tante telefonate importanti, e Gustaf fa prontamente un cenno con la mano in direzione del giardino, con Anna che viene percorsa da una prima tremenda scarica di adrenalina.

Jim e Rupert stanno parlottando nell’altro lato della piscina rispetto al lettino dov’è sdraiata Kelly; un altro cenno di Gustaf, stavolta diretto a Tommy, e l’uomo gli si avvicina fino a un paio di metri.

La scena è quindi composta da Jim e Rupert, distanti circa trenta metri dal trio Gustaf, Tommy e Kelly; la situazione ideale per agire immediatamente e senza indugi.

L’ultimo gesto convenzionato e Anna si sottrae al nascondiglio delle piante e arriva rapidamente a bordo piscina, piazzandosi davanti a Kelly, un’ombra della notte nel pieno pomeriggio californiano.

Jim e Rupert l'hanno subito notata, ma non possono insospettirsi di nulla essendo un'abituale frequentatrice della villa, e lei si concede anche il tempo di sputarle qualche parola in faccia, finché due colpi d'arma da fuoco esplodono improvvisi facendo scappare dagli alberi una manciata di uccelli: ha appena sparato allo stomaco della bella bionda sdraiata sul lettino.

«Cosa diavolo...?!», gli spari colgono alla sprovvista Jim e Rupert, ma non Gustaf e Tommy che agiscono immediati e all’unisono approfittando dei fisiologici secondi necessari agli altri due per capire cosa stia succedendo.

BANG

BANG

BANG

Tre colpi di pistola indirizzati verso Anna, che vola immediatamente in piscina emettendo un gemito mortale.

«Maledizione! Ma cosa..?!», Jim arriva di corsa con la pistola spianata e non sa se guardare il corpo che galleggia sull'acqua già arrossata, oppure la prorompente bionda che si lamenta sul lettino prendisole tenendosi l'addome con le mani.

«Quella puttana!», Gustaf urla indicandola con la pistola. «È arrivata qui e le ha sparato a bruciapelo!».

«Cosa diavolo sta succedendo?!», il senatore viene richiamato fuori dai colpi appena esplosi.

«È tutto sotto controllo, senatore!», Jim si preoccupa subito di salvarsi le chiappe. «Anna ha sparato alla donna, ma l'abbiamo neutralizzata immediatamente».

«Anna…?», il politico si passa una mano sulla fronte sudata. «Dannati imbecilli! L'avete fottuta! Ma perché mai ha fatto tutto questo?», guarda smarrito Kelly, che gemendo lo supplica di aiutarla.

Rupert prende in braccio la donna ferita salendo al secondo piano della villa, insieme al senatore e a Jim, che sta chiamando con il cellulare il dottor Livingstone.

«Adesso! Muoviti!», Gustaf rimasto a bordo piscina con Tommy esorta Anna, che si gira immediatamente dalla posizione a pancia in su e con un paio di bracciate arriva alla scaletta. «Veloce!», esce dall'acqua più rapidamente possibile e correndo verso le piante del giardino scompare dietro gli arbusti.

V

DONNA FREDDATA, CADAVERE ACCALDATO

La bella donna al volante parcheggia in una piazzola isolata lontano da occhi indiscreti.

«Sei bellissima, Anna», la guarda stretta nella sua camicetta rosa con i capelli ancora bagnati a cadere sensualmente sul viso. «Che ne dici se prima di rientrare, festeggiamo un po' fra di noi?».

«Sì, Lana... questa vendetta merita di essere celebrata», la rossa la raggiunge sui sedili posteriori e i corpi s'intrecciano immediati in una danza sessuale, con i piedi a lasciare le impronte della passione sui vetri dei finestrini.

«Quindi appena hai sentito gli spari, ti sei buttata in acqua?», il rilassamento delle carezze accentua la curiosità, specialmente quella femminile.

«Era tutto concordato al millesimo di secondo», Anna si lascia toccare dove l'altra vuole. «Appena Gustaf e Tommy hanno esploso i loro colpi a salve, mi sono buttata in piscina. In caso contrario rischiavo di prendermi delle pallottole vere dagli altri due».

«E una volta in acqua, hai rotto le piccole sacche di sangue che avevi sotto la camicetta e incerottate sulla pelle».

«Già... Tommy conosce il proprietario di una ditta di macellazione e non ha avuto grossi problemi a procurarsi un po' di sangue d'animale. L'effetto è stato così realistico che per un momento ho pensato che si fossero sbagliati a caricare le pistole e fossi stata colpita sul serio», si passa una mano sull'addome indenne da buchi, eccezion fatta per l'ombelico. «A quest'ora avranno già ripulito tutto e svuotato la piscina, nessuno saprà mai che quello era il sangue di un maiale», sorride e si umetta il labbro superiore.

«Cosa farai adesso? In fondo sei un cadavere...».

«Sparirò per un po' dalla circolazione, insieme a Gustaf e Tommy, e fra qualche tempo, calmate le acque, ritornerò in pista come l’unica regina della West Coast».

«Ma il senatore? Non pensi che sapendoti viva vorrà farti fuori sul serio per lo scherzetto che gli hai tirato in casa sua?».

«E perché? Per merito mio ha appena acquistato due chili della migliore cocaina che ci sia sulla piazza e gratis...». Si tira su dall'abbraccio di Lana mettendosi eretta sul sedile. «E poi lo conosco bene, non gli verrà certo la voglia di ammazzarmi quando saprà che sono viva e vegeta e soprattutto nuovamente a sua disposizione. Jim e Rupert invece finiranno in qualche discarica di periferia, ma non interesserà a nessuno», e torna di nuovo sopra Lana, cavalcandola perversa e senza pudore, eccitata, lussuriosa e così maledettamente viva.

Mentre Jim sta ancora cercando un posto per il suo cadavere.

VI

ESPLOSIONE INTERNA, PROLUSIONE ESTERNA

«Se la caverà?».

«Ha perso molto sangue, anche se ho cercato di bloccare l’emorragia interna; quantunque abbia una forte fibra, è messa male». Il dottore ripulisce gli strumenti. «Saranno decisive le prossime ore».

Kelly sdraiata sul letto geme leggermente, quasi un sussurro doloroso emesso a labbra chiuse.

«Non dovrei dirlo, ma se vuole sapere qualcosa da lei è meglio che glielo chieda subito», Livingstone esce dalla stanza lasciando solo il senatore.

Intanto si chiacchiera.

«La Bomba è in fin di vita, Anna l'ha combinata grossa...».

«Niente da fare? Livingstone è bravo».

«Lo stomaco della Bomba è esploso... anche se non gliel'hanno detto; lei è convinta di salvarsi...».

«Questa poi... una come lei, ridotta così... era meglio fosse morta sul colpo».

La tragedia di Kelly monta sulla bocca delle guardie.

«Si metta qui…», Kelly indica una poltrona a lato del comodino e lui l’avvicina al letto sedendovi sopra. «Un tempo... io e Anna... eravamo amiche…», una smorfia le increspa la fronte, «ma presto... ho capito... che non c’era spazio... per tutte e due… la West Coast... doveva avere... solamente una regina…».

Una pausa e riprende a fatica.

«Così... una sera... le ho dato appuntamento... alla vecchia miniera abbandonata… una trappola… un finto scambio di merce…», la fronte è bagnata di sudore e le belle labbra sono secche. «Un po’ d'acqua…», il senatore le porta un bicchiere alla bocca e anche se non ce la fa a bere, serve per farla continuare a parlare. «I miei uomini... hanno fatto fuori i suoi… io l’ho fatta inginocchiare... e le ho spiegato... che c’era posto... solo per una di noi…», il senatore con un fazzoletto le tampona il sudore, scendendo fino in mezzo ai grossi seni, che si alzano e si abbassano sempre più a fatica; vorrebbe chiamare il medico, ma capisce che non deve interromperla. «E le ho sparato... all’altezza del petto… poi l’ho spinta... facendola rotolare... per la discesa sterrata… quella che porta... all’ingresso... della vecchia miniera…», si lamenta, stringendo la coperta fra le dita. «Era morta… capisce... senatore… morta…».

«Evidentemente non abbastanza... per resuscitare e ripagarti con la stessa moneta...», l’uomo la guarda appagato, riprendendo il bicchiere. «Su, bevi, adesso…», le alza il capo, avvicinandole la bocca all'acqua e stavolta riesce a mandarne giù un sorso. «Brava...».

«Questa volta... però...», la fronte sempre più imperlata di sudore e la voce ormai così bassa da costringere il senatore ad avvicinarsi con l'orecchio, «è morta... vero...».

«Sì... adesso è morta. I miei l'hanno fottuta...», senza nascondere un certo rimpianto, la copre fino al collo, vedendola tremare convulsamente.

«Bene...», con gli occhi chiusi accenna un sorriso. «Rimarrà solo una regina...», e reclina la testa su un lato, con il viso che distende i lineamenti, rassicurata da tale convinzione.

«Livingstone!».

Sì, è proprio vero, da oggi la West Coast avrà solamente una regina.

VII

CONCORRENZA ALL'ULTIMO FIATO

«Livingstone!

Per dio, porti su il corpo di Anna e veda se riesce a rianimarlo...

Jim eseguirà i suoi ordini.

Ci provi!

La pagherò con due milioni di dollari».

Lo sguardo del medico si sposta sulla Maddox.

«È morta…?», domanda il senatore, temendo il peggio.
«Sta morendo», corregge lievemente i fatti il dottor Livingstone.
Kelly vomita un grumo di sangue.

Il senatore se la immagina - trasognato - quando veniva a spogliarsi, in quella stessa casa, con la sua esasperante vitalità; e la rivede adesso - con due pallottole in corpo, ormai cadavere - in un tragico e paradossale contrasto.

Super Sbottonata anche in vasca...

Qualcosa scatta in lui.
«Dannazione… bisogna fare qualcosa…», il senatore prova a tamponarle lo stomaco, vuole tentare il tutto per tutto, prima che sia finita. «Kelly… devi essere tu la regina! Non Anna!».
Alla Maddox, ancora cosciente, viene il dubbio.
«Co…sa… vu…oi… di…re…», balbetta, tremando.
«Che Anna potrebbe essere ancora viva...
Se crepi, potrebbe essere lei la Regina».
Kelly sembra crepare due volte.
Deglutisce, ingoiando rabbia e sangue.

               

La frustrazione le trasmette un’ultima scossa di adrenalina.
«Non sto crepando… vero…», forse - poco prima - si è distratta un attimo.
«No… certo che no…», risponde imbarazzato il senatore, guardando il medico. «Vero, dottore?».
«Vero. Proseguiamo la terapia».
La imbottisce di anfetamine per farla tirare avanti. Il cuore - per il momento - regge. La Bomba è tosta. Si stira tutta.
«Va guardata a vista».
«Certo, certo. Rimango qui fisso.
Ma…», il dottore mette le mani avanti.
«Lo so, lo so, ho capito».
Il senatore scende di sotto, piuttosto infastidito.
Kelly alla fine dovrà cedere. Anna non le ha concesso nemmeno una chance.
Si fuma un sigaro con l'ansia di essere interrotto - da un momento all’altro - dal medico.
Non riesce neanche a finirlo.
Torna di sopra, rimanendo sulla porta, mandando il fumo di fuori.
«Come va?».
Kelly ha la mascherina dell’ossigeno in faccia.
«È stabile, per il momento, ma i buchi che si ritrova non le lasciano scampo. Lo stomaco è sbriciolato», parlando sottovoce.
«Se la trasferissimo in ospedale?».
«Non cambierebbe molto».
«Intanto che mi viene un’idea, tu stalle vicino, okay?».
«Okay».
La morte di Kelly non ci voleva.
Solo ora il senatore capisce che non sarà facile sostituirla.
«Kelly Maddox, la Bomba, te la ricordi?
È in fin di vita.
Le hanno sparato a bruciapelo.
C’è poco tempo.
Devi venire subito, con le tue diavolerie, e vedere se si può fare qualcosa.
Livingstone ha gettato la spugna».
Il senatore si è ricordato di uno strambo ricercatore capitato per caso in uno dei suoi party.
Avevano parlato un po’, gli era sembrato un tipo curioso.
Tanto vale provare, tentare il tutto per tutto.
Kelly non ha molto da scegliere.
La Bomba cercherà di non fare il botto tanto presto.

Un corpo da rianimare, un altro quasi spento: la Regina delle Super Sbottonate ha il sangue freddo sulla West Coast.

Lettore, se vuoi conoscere l'attrice che ha ispirato questo racconto, clicca qui.

Il racconto è un tributo alla sua bellezza, carisma, personalità.

Gli aspetti negativi sono introdotti per mere esigenze di ordine drammatico, narrativo, teleologico.

Il ruolo della protagonista va assimilato a quello dell'attrice rispetto a un film.

La devozione alla persona in questione, da parte dell'autore empirico, è implicita e assoluta.

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