Resa dei conti nel canyon della morte

RESA DEI CONTI

NEL CANYON DELLA MORTE

di Salvatore Conte (2004-2023)

I. PIOMBO CALDO PER LA GRAN PUTTANA

II. ANGELA DI FRONTE ALLA MORTE

III. GLI ULTIMI SUSSULTI DI ANGELA, LA GRAN PUTTANA

IV. LO SCERIFFO JONES

V. ALLA RICERCA DI UN PRETE

VI. DUE CADAVERI IN PRIMA PAGINA

VII. TRAMONTO DI UNA LOCANDIERA

VIII. RICORDANDO ANGELA

IX. DOC RED AL CAPEZZALE DI ANGELA

I

PIOMBO CALDO PER LA GRAN PUTTANA

Angela si era molto appesantita con l'età che avanzava, ma non per questo appariva meno provocante di un tempo.

Quel giorno, però, andò male per lei.
Voleva oro per sistemarsi: trovò solo piombo caldo.
La spietata Rosi fece fuoco da distanza ravvicinata. Angela si frapponeva a Gary, e venne raggiunta in pieno stomaco.

Con un'eloquente espressione nel volto, la bella puttana si piegò sulle ginocchia e poi stramazzò faccia avanti nella sabbia.
Gary non poté fare nulla per lei, ma sapeva di doverle la vita.
Un nuovo sparo fece fuori Rosi.
Gary poté quindi chinarsi su Angela Cavagnas.
La voltò.
Un'ampia macchia scura sulla blusa allentata indicava la micidiale ferita.
Angela respirava ancora. Lo sguardo ansioso si fissò su Gary, che la guardava con commiserazione.
Quello sguardo sconvolse Angela ancor più della sua ferita.
Per lei lo sguardo sconsolato di Gary era come una sentenza di morte.
La bella Angela gonfiò il petto, e con un gemito nervoso cercò di convincere Gary ad aiutarla.
Poco dopo arrivò anche Bill, e anche lui scosse la testa: colpita in pieno. Per lei non c'era più molto da fare.
Si poteva cercare di portarla in città, ma vi sarebbe giunta cadavere.
Angela, tuttavia, non era tipo da rassegnarsi facilmente. Abituata a sedurre gli uomini, gonfiò la blusa, dando ancor più volume al grosso seno.
La puttana doveva fare i conti con una brutta pallottola sepolta nelle proprie viscere. Il suo pallore non lasciava presagire nulla di buono, anche se da un tipo come Angela Cavagnas ci si poteva aspettare di tutto, colpi di coda compresi.
Lasciamo ora la bella locandiera al suo destino e spostiamoci a osservare lo Sceriffo con i suoi uomini.
Ignari della sparatoria che aveva portato alla morte di Rosi e che aveva coinvolto anche Angela, continuavano a dirigersi verso il canyon della morte.

II

ANGELA DI FRONTE ALLA MORTE

Per Angela era il momento più difficile della propria vita. Le forze scemavano, la vita l'abbandonava, e lei poteva fare ben poco. Voleva ribellarsi, gridare aiuto, poteva dimenarsi, ma la pallottola rimaneva sepolta dentro di lei, e le stava togliendo la vita.

La Cavagnas era sconvolta. Non si staccava un attimo da Gary, buttandogli in faccia l'impudica scollatura che la gran puttana ostentava in mezzo alla risicata blusa.
Poco sotto il fatale buco nella pancia.
Angela s'illudeva che le sue forme procaci l'avrebbero salvata, commuovendo Gary.
Ma il pistolero la guardava senza troppo entusiasmo. Bill se n'era già andato. E l'agonia della Cavagnas si stava allungando.
Decise di parlarle.
«Angela... sei ferita gravemente...».
«Lo so...».
«Vuoi che ti porti da un dottore?».
«Mi aiu...terebbe...?».
«Non lo so, dannazione...

Ti prendo da bere».
Poco dopo Gary tornò con del whisky per la povera Angela.
La puttana bevve avidamente per scaldarsi un po'.
«Hai... mai... pensato... di rifarti... una vita... con me...?», chiese la locandiera, con voce biascicata; curiosa domanda per una donna che portava sul volto la propria morte. La Cavagnas, però, non voleva pensare alla fine e faceva progetti.
«Sì, mi piaci, ma dobbiamo ancora trovare un dottore».
La situazione, tuttavia, sarebbe precipitata molto prima...

III

GLI ULTIMI SUSSULTI DI ANGELA, LA GRAN PUTTANA

Mentre Gary si sforzava di trovare una soluzione per Angela, cercando di farla arrivare da un buon chirurgo, la puttana cominciò ad affannare, non riuscendo più a respirare a sufficienza.
La Cavagnas si rese conto di quello che stava accadendo e spalancò la bocca per ingoiare più aria possibile.
Sembrava un grosso pesce che moriva sulla terraferma. Anche Gary capì che era finita. Niente colpo di coda per la bella locandiera.
Angela cercò, disperata, di avvinghiarsi al pistolero, ma il capo ricadde all'indietro, prostrato.

La donna emise quindi un gemito sinistro e rimase a bocca spalancata con gli occhi erranti che cercavano di fissarsi su qualcosa.
Nonostante la sua ostinata voglia di vivere, la calibro 45 di Rosi l'aveva stroncata.

IV

LO SCERIFFO JONES

Mentre Angela spirava, lo Sceriffo Jones era in rapido avvicinamento.
Poteva già vedere distintamente gli avvoltoi che volteggiavano intorno ai corpi di Rosi e Angela.
Bill se n'era andato. Gary stava per farlo. Raccolse in fretta l'oro e si preparò a montare in sella.

Alle sue spalle si udì un rantolo.
«G...a...r...y...».
Angela non aveva ancora tirato l'ultimo respiro, ma era inutile compatirla. La sua sorte era segnata.

E Gary, dopo un ultimo sguardo, la abbandonò in fin di vita.

Forse avrebbe dovuto finirla, ma non se la sentì di far fuoco sulla puttana morente.

V

ALLA RICERCA DI UN PRETE

Lo Sceriffo Jones arrivò poco dopo, scacciando gli avvoltoi che si avvicinavano ai corpi delle due donne a terra.
Era un tipo molto religioso, e quando vide Angela che stava esalando l'ultimo respiro, inviò un suo attendente in città con il compito di trovare un prete. Non un medico, ma un prete.
Ad Angela, invece, del prete non importava un accidente. Avrebbe preferito un ultimo bacio da Gary, ma lui se n'era andato senza toccarla, spaventato dal suo aspetto cadaverico.
Angela era pallida come uno spettro, il volto teso in una maschera sgradevole, tremava di freddo, e si sentiva soffocare. Non aveva più tempo
per capire cosa accadeva: cercava solo di respirare finché poteva.
Jones cercò di farle qualche domanda, ma dovette ben presto arrendersi: Angela lo
fissava con lo sguardo impaurito dalla morte imminente, e non biascicava che qualche suono gutturale; era l'ombra della donna autorevole di poco prima; prima di quella dannata pallottola che l'aveva rovinata.

VI

DUE CADAVERI IN PRIMA PAGINA

Appena l'attendente dello Sceriffo giunse in città, si sparse la funesta notizia che Angela Cavagnas, la bella locandiera, aveva perso la vita in una sparatoria.

Molto il rammarico tra chi la conosceva e molto anche il gusto macabro di chi chiedeva dettagli sul fatto.

Fu fatto un telegramma a un importante giornale e subito nacque un titolo scandalistico.

Insieme all'aiutante, ripartirono un fotografo e qualche amico della Cavagnas; il prete non si fece trovare.

Il dottore della città chiese se c'era più niente da fare, ma il Vicesceriffo disse che Angela stava rantolando quando lui se n'era andato da lì.

Il dottore, a questo punto, che conosceva molto bene la matura ma ancora intrigante Cavagnas, chiese di aggiungersi al gruppo.

VII

TRAMONTO DI UNA LOCANDIERA

Intanto lo Sceriffo Jones teneva tra le braccia il corpo della Cavagnas.

I seni ormai rigidi gonfiavano sempre più la blusa da puttana; al centro della pancia la macchia scura che la condannava.

Angela non moriva certo con facilità. L'anima rimaneva legata al corpo, da cui ancora emanava un alito di vita, benché gli occhi della donna roteassero sperduti e senza speranza.
La bocca era sempre spalancata. Il tramonto della bella locandiera era sofferto. Lo Sceriffo pensò a quando la vedeva sicura di sé, con la sua blusa da puttana, sempre fiera delle proprie forme, nonostante gli anni che avanzavano.

Ora la teneva in braccio per darle un po' di calore, a lei sventurata, che spirava senza forse meritarlo del tutto. Certo frequentava giri torbidi, ma doveva per forza prendersi quel tipo di pallottola?
La Cavagnas era un personaggio nella sua cittadina, e la sua morte si sarebbe fatta notare.
«Angela... puoi sentirmi? Chi ti ha ridotto così? Chi ti ha sparato?

Lo prenderemo...», disse lo Sceriffo alla locandiera agonizzante.
Angela senti una voce da molto lontano. Si sforzò di capire e di rispondere. Cercò di portare lo sguardo sullo Sceriffo.
Ma lei sapeva di avere poco tempo, così preferì vendicarsi di Gary che l'aveva abbandonata.
«Ga...ry... mi... ha...».
Poi il capo ricadde stremato all'indietro e più nulla uscì dalle labbra della bella Angela, che assunse un'espressione terrorizzata, come se vedesse la morte ancora più vicina.
«Quell'infame di Gary ha sparato per ucciderti. Ti ha colpito in pieno stomaco, dannazione. Lo impiccheremo».
Angela non aveva mostrato molta dignità in quella circostanza.
Anche se il pistolero l'aveva abbandonata gravemente ferita, lei sapeva di essere ferita a morte e non poteva pretendere che Gary la portasse con sé.
Angela non si rassegnava mai, questo era ora il suo cruccio. Aveva perso, aveva incassato una calibro 45 là dove non doveva, ma ancora s'affannava a spalancare la bocca per tirare più respiri possibili.
Il suo sforzo non passava inosservato allo Sceriffo, che non era certo contento di vederla morire così.

VIII

RICORDANDO ANGELA

Intanto Gary pensava ad Angela. L'aveva lasciata, sì. Ma gli sembrava che fosse ancora lì a guardarlo sconsolata. La sosteneva tuttora un alito di vita? Difficile. Rosi sapeva sparare. E la voleva morta.
Angela Cavagnas, la puttana senza tempo. Superati i 50, nessuno si chiedeva più quanti anni avesse. Eppure era un monumento. Ancora pungente.
Si erano amati, certo. Ma l'oro li aveva divisi. E il piombo aveva stroncato l'unica donna che lo mettesse in soggezione.

"Non potevo fare niente per lei", si ripeteva Gary.

Ma sapeva che non era così. Poteva farla morire con un po' di passione, di sostegno, ricordando quando si erano amati, anche se per poco.

Ormai, però, era troppo tardi.

Il volto pallido di morte della Cavagnas non lo lasciava un istante.

IX

DOC RED AL CAPEZZALE DI ANGELA

Intanto Doc Red era arrivato.

Subito fu portato dalla donna. Lui l'aveva sempre inseguita, lei sempre respinto.

Le tamponò la ferita come meglio poté e la imbottì di stimolanti per allungarle la vita. Di quanto nessuno poteva saperlo, ma di certo non per molto.

Il fotografo la ritrasse avidamente, ormai cadaverica, ma sempre splendida e attraente.

E ritornò di corsa in città per far pubblicare le foto.
Angela, la gran puttana, in fin di vita: un vero scoop!

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